News dalla Grecia 2019

 

 

 

Altro giro altro regalo.... Gavdos ci aspetta, purtroppo non in barca, ma ciò non toglie che vi voglia ugualmente dare qualche news.... se non volete leggere buttatemi via....

 

Al parcheggio di Orio al Serio, a pochi minuti dall’aeroporto, siamo di casa, e il trasferimento a Chania, a NW di Creta, è solo una formalità. Ormai siamo abituati ad organizzare tutto in anticipo, così anche per questo trip c’è tutto: macchina, studios a Chania, traghetto, studios a Gavdos, e poi... a zonzo per Creta prima di rientrare in Italia.

 

Eravamo stati in quest’isola credo almeno 30 anni fa, e l’avevamo girata in lungo e in largo. Ho ricordi precisi, senza citare la parte archeologica: il frinio delle cicale, gigantesche, il meltemi che alzava la sabbia, l’altopiano di Lassithi  con i mulini a vento e con una vegetazione rigogliosissima, la cittadina di Irapetra con il Castello veneziano sul mare, Chania con il sapore di Venezia, e i due estremi dell’isola, il bosco di Phoenix Theophrasti con le palme e il bosco di pini sulla spiaggia di Chania, dove avevamo dormito all’aperto la notte con le gocce di resina che ci cadevano sul viso.

 

Ci sono poi passato davanti un paio di volte , in traghetto, con un meltemi da far paura, e anche se hanno costruito molti nuovi porticcioli e marine ,in estate il versante nord di quest’isola non è una destinazione da raggiungere con la barca.

 

La città, che è stata fino a qualche decennio fa capitale dell’isola, trasuda della sua storia ovunque, e basta immergersi nei vicoli della parte vecchia per scoprire tracce greche, romane, turche ed ortodossa, addirittura in un negozio sotto il pavimento coperto da un cristallo si possono ammirare tombe ottomane perfettamente conservate .

 

Siamo arrivati venerdì sera, lasciando finalmente le ultime tracce della cattiva stagione, ma con sorpresa la mattina, nonostante il caldo estivo si faccia sentire, sono visibili a sud, in lontananza, sulle montagne sopra i 2000 metri, abbondanti tracce di neve: e pensare che siamo nell’isola più a sud della Grecia....evidentemente il malo tiempo non conosce confini....

 

La città pullula di gente, non oso pensare come debba essere in agosto, l’economia è tutta protesa al turismo, ed i prezzi sono lievitati da un anno all’altro ; per fortuna generalmente il servizio è buono e le persone sono molto gentili. Mi è capitato un piccolo incidente, sono caduto inciampando sui lavori del marciapiede, e scivolando a terra ho battuto il capo; niente di grave, ma ho rotto gli occhiali, tanto sangue, sono stato soccorso immediatamente, mi hanno profuso le prime cure ed hanno chiamato il pronto soccorso, che in pochi minuti è arrivato..... per fortuna non mi hanno ricoverato...e tutto è finito con un grande spavento, una bella botta, e il salto della cena.

 

La mattina subito una sorpresa: il giorno dopo non ci sono traghetti per Gavdos, dovremo partire lunedì mattina, e così il programma viene subito cambiato: domenica ci trasferiremo a Paleochora, così approfitteremo per partire con calma da Chania, visitare il museo marittimo, prendere un po’ di frutta prima di trasferirci a sud dell’isola.

 

 

 

 

 

Lunedì

 

Mi sembra di essere tornato indietro di 40 anni, quando per raggiungere la destinazione prescelta nell’isola nel paradiso dell’egeo dovevi prendere una nave dal Pireo e stare in mare anche un giorno per arrivare. beh, oggi è quasi uguale perché per raggiungere Gavdos, abbiamo fatto tre fermate in altrettante piccole località sulla costa sud. Siamo partiti da Paleochora : e’ un bel paesino, a un centinaio di km da Chania, e per raggiungerlo si supera una catena montuosa che supera i 2000 metri. In macchina ho scelto la strada vecchia, più a ovest, più lunga, ma volevo percepire l’atmosfera della zona, e così ho attraversato pochi paesi disabitati, immersi in boschi di ulivi, percorrendo una gola che..... ti raccomando, con gallerie che transiti a senso unico, regolate da semafori. Tutto sommato niente di che, ma in parte spiega perché arrivando si incontra un ambiente completamente diverso da quello di città appena lasciato a Chania, genuino e non certo turistico, anche se ci si sta convertendo per ospitare la crescente presenza di ospiti. Infatti da qui partono ( e arrivano) gli escursionisti che hanno come meta il tracking nella valle di Samaria.

 

Il paese si sviluppa in 4 strade parallele al mare, con un piccolo molo dove si concentra il traffico marittimo, molti studios e ristorantini in riva al mare, e tante piccole attività artigianali all’interno.

 

Si respira l’aria della Grecia di una volta, tutte le persone gentili, il piacere di offrirti ancora i piatti tradizionali, i prezzi che non sono lievitati, per i quali io mi regolo sulla feta: le scatole da 1 kg ancora sotto i 10€....

 

Abbiamo una stanza sul mare, vediamo in lontananza passare anche le navi: le famiglie si riuniscono ancora sulla strada per mangiare, cucinano con il barbecue che diffonde i profumi di carne cotta, ed anche la nostra padrona di casa non è da meno. Verso sera sono tutti seduti sotto casa ad una tavola con una dozzina di familiari ed amici: ci fa conoscere la figlia che ha studiato a Roma, e vorrebbe tornarci, poi ci consiglia di andare a cena da Dakos, cucina cretese, familiare....non ci deluderà. Ed infatti troviamo questa taverna “ad una quadra” da dove alloggiano, sulla strada, dove non passano macchine.....non c’è traffico, prenotiamo perché ci meritiamo prima una birretta al porto....due birre 5€.....

 

A cena però non mi posso sottrarre al fascino del vino rosso di Creta, che piacevolmente accompagna le sardine, i calamari, i dolmades, l’erba cotta chiamata VLITA e i dolcetti con il greek coffee ed il raki , la loro grappa...

 

Beh adesso possiamo anche partire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il ferry che ci porterà a destinazione è ormeggiato al molo, ed alle 8 siamo già in fila: la nostra macchina è fra le prime a salire, sentiamo subito parlare italiano, contiamo almeno altre 4 famiglie, ma quello che noto è il numero elevato di persone con zaino, scarponi e racchette che, come realizzo, sbarcheranno ad Agia Roumeli per fare il tracking lungo la gola di Samaria

 

Infatti ricordo che quando venni a Creta una vita fa mi rimase incompiuta la discesa lungo quella gola, perché in fondo, dopo una giornata di discesa, arrivando ad Agia Roumeli on c’era possibilità di rientrare via terra, ma solo via mare, e bisognava prendere il battello per farsi portare proprio a Paleochora.

 

Il ferry parte pieno, zeppo, c’è vento, e non realizzo subito perché il tragitto durerà 6 ore..... ma si aggiungono altre due tappe di borghi raggiungibili solo dal mare....ecco spiegato l’arcano. Vi dicevo che c’era vento..... appena ci allarghiamo dal molo questo aumenta, ma aumenta....... è un catabatico che scende da 2000 metri, fresco quasi freddo, almeno 30 nodi con raffiche anche a 50, alza un’onda corta che nebulizza, folate che diventano subito piccoli vortici che arrivano fin sulla coperta del traghetto, al punto che non si riesce a rimanere all’aperto.

 

È bello guardare stando riparati, e collego questa situazione alla navigazione sotto Icaria, dove bisogna navigare almeno a 3 miglia dalla costa per non subire questo forte vento......ricordo la prima volta che venni in Grecia con la mia barca: rotta sule isole Fourni, appena sotto Icaria, venendo da Tinos, con Alessndro, l’ammiraglio, che mi accompagnava: beh, non conoscevo questo effetto catabatico, che poi avrei incontrato anche in Turchia, non c’è stato verso di stringere il vento per mantenere la rotta, ed ho dovuto dirottare mio malgrado su Patmos.

 

Certo che se da un verso c’è il vento che caratterizza questo lato della costa, anche il mare non scherza, e davanti ad Agia Roumeli hanno dovuto mettere un numero enorme di cavalli di Frisia in cemento a difesa della costa, proprio alla fine della gola di Samaria.

 

Finalmente lasciamo Creta, e facciamo rotta verso il porto di destinazione, 24 miglia, con un bel mare montato, un rollio costante un po’ fastidioso: si capisce per chi naviga il motivo per cui questa zona, sopra e sotto Creta, non è così appetibile per veleggiare.

 

 

 

 

 

GAVDOS

 

poche frasi che faranno da sfondo al soggiorno: l’isola più aspra del mediterraneo, dura da vivere e da domare per il suo terreno roccioso e battuto dal vento, isola dove se fai un incidente non sei rimborsato dall’assicurazione, dove ci sono in tutto 20km di strade asfaltate, il resto sono sentieri battuti, isola fiorita, oleandri ovunque e ciuffi di timo fiorito che addolciscono la vista, oltre che insaporire gli arrosti, isola su cui investire perché l’ultimo baluardo greco non invaso dal consumismo, isola per gli amanti del tracking, isola dove bisogna portare tutto, anche se poi ti accorgi che non hai bisogno di niente.....bastano una Greek salad ed un caffè frappé....

 

Siamo arrivati nel primo pomeriggio, sono sbarcate poche macchine, poca gente, ed il primo impatto è con l’assenza di segnalazioni, oltretutto neppure da internet che non riconosce il ”Sofia rooms” e ci manda in tutt’altra parte.....alla fine chiediamo aiuto , e dopo qualche chilometro vediamo la nostra destinazione finale: una taverna sopra il mare, oleandri nel perimetro, e una vista a 360 gradi, con Creta ed il monte .....proprio di fronte, e lo sguardo che può perdersi nel mare soprattutto al tramonto. Ci accolgono prima Cristina e poi anche Sofia, ci sono 6 stanze per gli ospiti, forse siamo i primi della stagione, o quasi, perché le stanze sono immacolate, e si nota con piacere una bella cucina tutta a vista......buon presagio....

 

Oggi è il secondo giorno di permanenza, ed abbiamo già visto quasi tutto, non posso dire da un angolo all’altro perché le strade portano quasi tutte nel borgo al centro dell’isola. Il faro , sul lato ovest, alto sulla scogliera, sarà une metà serale, per ammirare il tramonto. Il paese , sicuramente vecchio, forse antico, testimonia la caparbietà con cui le poche decine di abitanti rimangono tutto l’anno, ma non offre alcuna attrazione particolare: credo che in tutto saranno 40 case, una scuola, una panetteria, un negozio dove c’è un po’ di tutto, un po’ di niente per chi è abituato ai nostri centri commerciali.

 

Credo sia difficile abituarsi a questa vita, specie per chi non è nato in un’isola, e qui a Gavdos a maggior ragione non deve essere facile vivere una.....vita.

 

Invece sta diventando una “attrazione” perché chi vive nella nostra dimensione quotidiana, frastornato dai ministri della propaganda, dai problemi con l’Europa, dalle elezioni di ogni secondo giorno, dallo spread che continua a far lievitare i prezzi ...

 

Qui non ci sono questi problemi, un po’ come in barca..... ci sono due spiagge raggiungibili facilmente, una di sassi ed una di sabbia, un po’ di ombra sotto i pini, le altre solo in barca o a piedi con lunghe camminate, un campeggio libero con gli hippy come 40 anni fa, i nudisti, e tanti..... alternativi.

 

Vivi e lascia vivere, è il motto di tutto e di tutti, anche la natura lo chiede......lasciami vivere così, anche se non so quanto durerà. Girando in macchina stamattina ho visto già molte rooms, alcune case nuove, alcuni lavori in corso , manufatti artigianali comunque, e molti appezzamenti delimitati.....

 

 

 

Giovedì

 

Il tempo sta cambiando, e volevamo conoscere meglio l’isola, perché non si può lasciare Gavdos senza averla girata tutta....almeno in barca. E così oggi abbiamo chiesto a Cristina, la “seconda” di Sofia, di trovarcene una, e prima che il tempo cambi, questa mattina ci siamo imbarcati per conoscere gli angoli nascosti o difficilmente raggiungibili. Armati di tutto punto, macchina fotografica, creme antisolari, acqua fresca, siamo partiti in direzione ovest: la prima spiaggia e ‘

 

Agios joannis, raggiungibile anche a piedi attraverso sentieri lungo la costa e dune. Frequentata da hippy, almeno una volta li chiamavamo così , le cui tende si confondono fra la vegetazione e le dune, e’ assieme a Lavrakas quasi un tutt’uno, una grande baia dove spiccano anche alcune costruzioni fatiscenti, che se fossimo in una favela sarebbero normali abitazioni. Il mare deve essere molto pescoso, anche se in porto ho visto solo due piccoli pescherecci, ma in compenso ci sono pescatori subacquei, e ne abbiamo incontrato navigazione uno proprio sulla nostra rotta.... Proseguendo dopo una breve navigazione, la costa prima caratterizzata da dune ed arbusti, si alza formando la baia più bella, con tre spiagge che non bisognerebbe perdere: Stravolimni, Pirgos, Potammos, soprattutto quest’ultima merita una sosta anche.....in queste news.

 

Oltre che dal mare si può raggiungere anche via terra, con un trekking di un paio di ore, impegnativo, che porta dall’ultimo avamposto raggiungibile in macchina( Hamourio, o Abelos) scendendo lungo canaloni scoscesi, fino al mare, con un dislivello di oltre 600 metri.

 

Il sentiero è ben tracciato, visibile dal mare, anche assistito in alcuni punti come se stessimo sulle Alpi, e sono visibili le persone che armate di zaino e racchette vanno e vengono: infatti al nostro arrivo lo skipper , o meglio l’autista, ci informa che le persone che qui arrivano normalmente rimangono anche un mese, e lui riceve tramite sms gli SOS per portare viveri ed acqua. Una volta alla settimana qualcuno sale in paese per rifornire la cambusa, ed infatti oggi vediamo una ragazza che dalla sua tenda, ricavata e nascosta fra le piante, si avvia in salita verso il paese incrociando un altro “viandante” che scende con lo zaino pieno.

 

La sabbia credo sia frutto del lento sgretolamento della montagna che sovrasta la baia, rossa, morbida e tutt’altro che sottile, sembra un impasto pronto da essere messo in forno, ed è un piacere affondare le mani sul bagnasciuga e ritirarle grondanti di questo amalgama accattivante.... facciamo un bagno, non ci si può esimere da questo piacere, si respira l’atmosfera di evasione che aleggia tutt’intorno, e viene effettivamente voglia di lasciarsi andare ....... non a caso penso alla (credo) prima volta che venni in Grecia, ad Ios assieme a mio fratello e a Michele, allora frequentata solo dai figli dei fiori.....Michele aveva una moto Guzzi 750, un gusson come lo chiamava, e ci scorrazzava, in tre, tutti vestiti di bianco, sulle strade non ancora asfaltate, e la parola turismo non aveva ancora la connotazione odierna, e si respirava solo profumo di “erba”, e si beveva a suon di musica , e si ballava a suon di ouzo, e il ritmo ti portava in paradiso, e la notte non aveva mai fine.....e la mattina sulla spiaggia non era possibile trovare un posto libero.....era tutto occupato dai sacchi a pelo di chi aveva aspettato l’alba, e la polizia aveva il suo da fare per recuperare i documenti per poi dare il “foglio di via” a chi aveva scambiato il giorno per la notte..... che tempi ragazzi......

 

Beh, credo di avervi fatto venire in po’ di voglia o di nostalgia, scegliete voi, sta di fatto che ritrovar questa atmosfera e riassaporarla è stato un attimo.....e vi dirò che anche nel kastro, il paese che bisogna immaginare più che vedere, o nella spiaggia di sarakinico l’atmosfera è la stessa, solo più inquinata dalla presenza delle poche  macchine...

 

Riprendiamo la navigazione, giriamo l’angolo, anzi l’isola, e dal lato a nord , davanti a Creta, passiamo ad ovest; mi aspetto di vedere prima o poi il faro, pur ricordando che è leggermente nell’entroterra, ma poi guardando la costa che fiancheggiamo, alta e scoscesa, capisco che non è visibile. In compenso un geologo potrebbe ricostruire l’età dell’isola dalla conformazione delle rocce, che in alcuni punti sembrano essere affettate come un grande prosciutto, in altri “rosicchiate” dal vento e franose e franate, in altre compresse in strati orizzontali con solchi di vari colori, rosso, grigio, giallo, evidentemente segno che ci sono minerali ...... non credo che l’isola sia di origine vulcanica, ma se così fosse si spiegherebbe tutto...o se ci fosse ancora chiederei aiuto a mio fratello che di minerali se ne intendeva…

 

Navighiamo per oltre un’ora, la barca è piccolina ma ci stiamo comodi, il sole è quasi a picco, fa caldo, anche perché il paesaggio ad un certo punto diventa monotono, e nonostante il colore dell’acqua abbia tonalità polinesiane, non c’è possibilità di fermarsi fino a Tripiti, che finalmente si intravede all’orizzonte......e così cambia lo scenario, e ci vuole una sosta, perché il punto più a Sud d’Europa merita un trattamento speciale.

 

Arriviamo da ovest, si intravede l’antenna di un segnale luminoso, la costa diventa una prominenza simile al gruviera, con grotte e “ponti” che formano tunnel che si allungano fino al capo sul quale dovrebbe esserci la famosa sedia, capo che segnala e sancisce la sua importanza geografica non solo per la Grecia ma per l’Europa, sulla cui spalliera è rimarcato .........Southern point of Europe......

 

Rallentiamo l’andatura, anche per gustare l’ambientamento che la natura ci offre, con un’acqua turchese che si perde dentro alle rocce o ai molteplici tunnel, che da ovest passano a sud, privilegiando il capo dal quale finalmente emerge la famosa sedia, sulla quale potrebbe sedersi un gigante.

 

Appena girato l’angolo, si fa per dire, ci facciamo portare a terra, dove finalmente ritroviamo un ambiente vivibile, una grande baia, un grande spiaggia di sassi, e la presenza di “umani”..... sono visibili i sentieri che arrivano dall’ultimo presidio abitato che avevamo visto durante la perlustrazione dell’isola, dove una freccia indicava TRIPITI, ci sono alcune persone che si apprestano a salire sulla SEDIA, e anche noi le imitiamo. Scendiamo a terra, la sedia è la, in alto, e non è così semplice arrivarci: cerchiamo il sentiero, che non è così facilmente distinguibile, come fra l’altro wilma aveva anticipato, e succede che ci separiamo: lei sale da una parte, io da un’altra..

 

La salita è un po’ difficile e insidiosa, si scivola sul terreno franoso , si passa sopra i tunnel che avevamo visto dal mare, che mi inviterebbero a buttarmi sotto anzichè proseguire in alto, ma finalmente arrivo alla meta. Ne valeva la pena, il seggiolone assume effettivamente un significato nella visione geografica della nostra Europa, sperando che lo diventi anche politicamente e socialmente.

 

Sulla sedia trovo Wilma, immancabile il selfie, le foto si sprecano, e sotto una candelora estiva scendiamo sula spiaggia, piano piano, e un tuffo finale prima di risalite in barca è il giusto premio per questa scarpinata ....

 

Il rientro è veloce, passiamo davanti alle ultime due spiagge, Lakoudi e Korfos, quest’ultima raggiungibile in macchina e già da noi visitata, con una taverna che forse conosceremo, e  in fondo appare il porto, dove alle 14.30 arriviamo......

 

Gavdos....anche questa è fatta.....possiamo dire di averla vista dentro e fuori, bella navigazione, isola dalle due facce, una vivibile e l’altra inospitale, sicuramente una delle ultime oasi naturali del mediterraneo...finché dura....

 

 

 

 

 

Venerdì

 

Non mi resta più molto da raccontarvi, anche se mi piace immaginare di essere nel pozzetto del soundofsilence a chiacchierare con voi, sotto il bimini di un soleggiato pomeriggio, alla fonda, con la musica di una mia compilation che fa da sottofondo.

 

Ieri avevo visto che la spiaggia di Agios Joannis era raggiungibile anche a piedi , e questa mattina la metà è stata presto decisa. Dal nostro studios era facile arrivarci, e wilma che era giá stata in avanscoperta mi aveva anticipato che mi sarebbe piaciuto perché avrei visto qualcosa di particolare. Ed infatti appena sotto le nostre rooms, in riva al mare, c’è il piccolo borgo degli hippy, dove....udite udite....c’è addirittura lo spaccio di abbigliamento indiano. Vi trovo anche un italiano, in vacanza, e a maggior ragione ripenso ala vacanza di Ios: sicuramente gira erba, come minimo, ma l’ambiente lo giustifica, altrimenti che hippy sarebbero. Vestono tutti con abiti di forgia indiana, che tengono fresco ed anche....lo sporco, e nella capanna che funge da spaccio anche wilma trova il suo paio di calzoncini per 3 €.

 

Il sentiero ben segnato si inoltra prima fra le rocce della spiaggia sassosa, poi si inerpica verso l’entroterra e sembra di andare in montagna. È tutto un saliscendi fra le dune di sabbia, i cespugli azzurri di timo, cedri del Libano, e alberi di pino marino che, bassi, offrono riparo dal sole, finché appaiono le prime tende abitate e si sbuca sulla spiaggia.

 

Lo scenario è da immortalare nell’archivio delle foto indimenticabili, perché ci sono tutti gli elementi: sullo sfondo, a nord, ad oltre 20 miglia, le montagne di Creta con ancora le tracce di neve , il mare che si prende la scena con tutte le sfumature di azzurro che in questo braccio potete immaginare, la spiaggia con la sabbia marron che si staglia fra il blu del mare e il verde del bosco , ed infine le montagne alle spalle che racchiudono l’anfiteatro.

 

Non ho voglia di leggere, mi siedo sul bagnasciuga e mi immergo nei colori dell’egeo, mi ubriaco delle sue sfumature, del profumo di mare, della cantilena monotona che produce il flusso e riflusso delle onde, mi faccio quasi bruciare dal sole che si sopporta solo rimanendo seduti in acqua, ed il tempo non ha più peso. Non ho neppure voglia di fare il bagno, mi sembra di profanare questo equilibrio, ma cedo al caldo che invade la spiaggia e mi butto con la maschera. Purtroppo il fondale non offre molto, ne corallo ne pesce, non ci sono i ricci e neppure le alghe, ma in compenso si sta bene nell’acqua fresca, si gusta con piacere la sensazione di refrigerio che prevale su tutto.

 

La sabbia diventa rovente, difficile resistere, credo che tutti abbiate provato a camminare scalzi in estate sulla spiaggia incandescente, ed il rientro nel primo pomeriggio diventa obbligatorio per non prendere un’insolazione, dove ci aspettano una doccia ed una Greec salad.

 

 

 

Non vi ho parlato della taverna, che completa l’offerta di questa soluzione vacanziera: è gestita da Sofia, che assieme a Cristina e Odissea completano lo staff. Sofia è una ragazza intraprendente, Cristina una sua amica del Pireo, è una fru fru, sempre in movimento, ed infine Odissea , il cui nome è tutto un programma, un grande ammaliatore, non solo con il suo fascino e gentilezza , ma con la sua capacità di essere sempre disponibile al momento giusto con il sorriso sulle labbra.

 

Il terreno su cui Sofia ha costruito è di famiglia, le stanze sono nuove, acqua ed elettricità sono assicurate da impianti e riserve autonome, la cucina è semplice a varia, insomma per essere in un’isola sconosciuta ai più non ci si può lamentare.

 

I prezzi poi sono interessanti, forse perché la stagione è appena iniziata, ma 100€ ci bastano per vivere in due, tutto compreso.....vi lascio il suo indirizzo, non si sa mai ......

 

office@sofiaroomsgavdos.com.....

 

SOFIA ROOMS, GAVDOS - GRECIA  -

 

cell: +30.6947.003533

 

 

 

 

 

Domenica

 

Da due giorni di è alzato il meltemi, e dalle 10 alle 15 il mare si allinea al vento che scende da nord....le onde rendono difficile scendere in acqua, e nuotare non è certo agevole, soprattutto perché non ci sono baie riparate. Mancava per completare la conoscenza dell’isola la visita al faro, ed ieri l’abbiamo fatta. Era una meta consigliabile con il tramonto, perché la struttura è sul versante ovest, ma non siamo stati fortunati. In compenso il guardiano del faro ci ha fatto da guida, e anche se la struttura non è più funzionante ha mantenuto il suo fascino. È stato distrutto nel 1942, durante la guerra, ed ora , ristrutturato, è un monumento nazionale. All’interno c’è tutta la sua storia, peccato che sia scritta in greco, ma le foto ne lasciano trasparire il contenuto. Si arriva in cima alla torre attraverso tre rampe di scale a chiocciola, dov’era collocata la lanterna, e la visione a 360* lascia immaginare l’importanza che aveva ai suoi tempi. Sono riusciti a salvare la lampada ad acetilene e la sua “gabbia” fatta di lenti grosse così, che adesso è un’attrazione specie per i bimbi perché una lampada accesa di sera all’interno di quest’ultima ripropone lo schema dei raggi di luce ....

 

Il guardiano, che parla solo greco e non si è mai allontanato dall’isola, tiene in ordine la struttura, apre il piccolo bar nel pomeriggio, e siamo riusciti a comunicare con lui tramite il figlioletto di dieci anni, che parla francese perché ha imparato la lingua da sua madre, logicamente francese.....il turismo fa miracoli....

 

Ecco, adesso ho proprio finito, con un ultimo accenno ai rifornimenti delle abitazioni sparse nell’isola con un camioncino che passando rifornisce di un po’ di tutto, frutta, verdure, e non solo... e le albicocche che come in Grecia non ne ho mai mangiate di così buone....

 

Domani rientriamo a Paleochora, ci rimangono due ultime tappe per completare il tour di quest’anno: Elafonisi e laguna di Balos

 

 

 

Martedi

 

Non so se il motivo è la fine delle scuole, o l’arrivo dell’estate, o semplicemente il richiamo delle gole di Samaria, sta di fatto che è bastato il tratto di mare fra Gavdos e Agia Roumeli per ripiombare nel frenetico clima turistico che avevo dimenticato.

 

Si stava così bene da Sofia, la sera il silenzio era rotto solo dal frangere delle onde sulla costa, in spiaggia non ho ma visto più di una decina di persone, ed ora, tutto d’un colpo, l’orda selvaggia prende d’assalto il ferry, per cui da quasi vuoto che era alla partenza adesso non c’è un posto libero. Provengono tutti dalle gole, chi a piedi è sceso dall’alto della montagna o dal basso si è fatto il tragitto della gola, chi si è fatto la gola in pulmino ... è comunque un percorso da fare... A bordo soprattutto giovani, di tutte le razze, con le scarpe in mano e ciabatte ai piedi, gonfi....senti parlare tutte le lingue, fraternizzano senza difficoltà, fra una birra e una bottiglia d’acqua. Il ferry costeggia la costa fino a destinazione, e si riesce ad ammirare ogni angolo di questo tragitto che rimane però proibitivo sia a piedi che in barca: non ci sono sentieri, la costa è scoscesa, e soprattutto non ci sono ne ripari ne spiagge, per cui mantiene il suo fascino di ambiente naturale da secoli.....

 

Paleochora ci riceve indifferente, anche se è pronta a ricevere ondate di turisti che di fatto la ergono come riferimento per il trasferimento alle gole di Sanmaria: ritroviamo la stanza vista mare che avevamo lasciato , la chiave sulla toppa, e la  cordialità di Maria che la mattina dopo viene a salutarci prima di partire per Elafonisi. Sono solo 50km, un’oretta, su e giù per le montagne, con indicazioni che traggono anche in inganno, in mezzo ai boschi, fra una vegetazione rigogliosissima e coltivazioni di ulivi, e ogni tanto un casolare isolato: davanti ad uno di questi ci attraversa la strada un pavone, faccio in tempo a frenare per non investirlo, e subito dopo ci passa davanti un’anitra a volo radente.... proprio altri tempi.....Scolliniamo due volte prima di immetterci in una gola che sa di antico, una strada stretta che non da affidamento, ma per fortuna troviamo altre due macchine che hanno la nostra metà e ci accodiamo: e così, dopo una decina di km, due gallerie, strada a strapiombo, e lavori in corso per piccole frane che avevano invaso la carreggiata, scorgiamo in fondo alla valle una striscia blu: il mare.

 

Mi aspettavo un ambiente costruito, alberghi, una spiaggia enorme di sabbia finissima, ed invece nulla di tutto questo....un piccolo borgo in mezzo alle serre, ulivi e ortaggi, il mare quasi inaccessibile..... ma dov’è allora questa tanto decantata spiaggia, per la quale ogni giorno centinaia e centinaia di persone si muovono.

 

Alla fine, dopo altri 10 km, arriviamo a Elafonisi.

 

Due strutture costituiscono l’ambiente ricettivo, noi siamo nella prima.....impossibile perdersi.... e poichè siamo in anticipo sull’orario, decidiamo di dare un’occhio alla spiaggia che si vede in lontananza. Si scende per una strada sterrata, una polvere che non vi dico, immaginate il passaggio di decine di macchine, cespugli di oleandri e macchia mediterranea che non hanno più colore..... tutto coperto di polvere e sabbia... e in fondo tutto un parcheggio disordinato fra le dune. Parcheggiamo ( non c’è ancora quasi nessuno, per fortuna), e davanti a noi si apre una larga lingua di sabbia dura fra due lagune, alcuni cartelli che invitano a non portarsi via la sabbia( ma quale sabbia ???) pena una multa, l’indicazione di tre lotti assegnati per le strutture da spiaggia: ogni ombrellone due sdraio, gli ombrelloni fissi e uno attaccato all’altro, ogni lotto almeno 300 posti, a 9€ , almeno 2700€ al gg..... tre strutture, oltre ai lettini singoli e ai ricicli, un business da almeno 10.000€ al gg..... ma dove sarà questa magnifica spiaggia? Vi ritorniamo dopo aver fatto il check-in,   nel frattempo sono arrivati almeno 10 pullman ( 500 persone) e non vediamo più ne il parcheggio, ne la spiaggia, ne il mare..... , solo un mare di macchine fra le dune....solo in lontananza passa una nave sopra un formicaio di teste e corpi al sole....

 

E questo ogni giorno........questa è la magnifica spiaggia di Elafonisi.

 

Verso mezzogiorno si alza il meltemi, forte e fresco, per cui non si sta bene ne al sole che brucia....siamo vicino al solstizio d’estate e a 35*N, ne sotto l’ombrellone ... troppo freddo... la gente si sposta solo per entrare in acqua per....fare pipì.... e ti passa la voglia anche di nuotare...

 

Per fortuna alle 16 i pullman partono, e se ne vanno 500, alle 17 rimangono in pochi, alle 18 è praticamente deserto, e finalmente si rivede un ambiente di mare.

 

Questa è Elafonisi

 

Noi risaliamo dopo le 18, birretta, cena molto economica con ottimo pesce, partita a burraco in due.... gentilissimi, servizio buono, la proprietaria è stata 9 volte in Italia e anche a Verona, e riusciamo a condividere alcune riflessioni... per loro è un mestiere, con la crisi che c’è stata adesso vedono la ripresa....

 

La mattina sveglia prima delle 8 e dal terrazzino l’ambiente si presenta nella sua naturale espressione : ma alla fine cos’è e qual’è la vera Elafonisi , se non un promontorio collegato da un istmo che crea l’effetto di due laguna.... per carità, bello, naturale, ambiente da proteggere, ma quando lo si pompa per scopi turistici perde ogni bellezza.

 

Forse 30 anni fa, quando c’erano ancora la sabbia e solo gli hippy ci venivano in tenda, questa aveva un fascino.....ma oggi ?....

 

 

 

Mercoledi

 

Ce ne andiamo presto, alle 9 siamo in viaggio, sono solo 40km, un’oretta, direzione Balos, che però non troviamo nella guida Michelin.... ma abbiamo tempo, e ripercorriamo la strada , la valle fatta all’andata, e questa volta è tutta una piacevole sorpresa.

 

Subito la prima; ci fermiamo perché a 10 km con una piccola deviazione c’è il monastero di San Chrysoskalitissa, costruito sopra un roccione a picco sul mare, famoso perché costruito dai veneziani e baluardo contro i turchi.... oggi ci vivono 4 monaci... fuori tutto pulito, bello, cascate di buganvillee.

 

Appena riprendiamo il viaggio incontriamo tutti i pullman che vengono da  Chania  a portare i turisti ad Elafonisi per un giorno, oltre alle lunghe code di macchine che si formano dietro.

 

Lavori in corso, traffico della madonna, la nostra macchina a noleggio, vecchiotta, da salvaguardare, su e giù per le montagne, insomma da un’ora che era prevista diventeranno tre.

 

Me la prendo comoda , anche perché il panorama tutto attorno diventa interessante, e dopo la gola che si percorre fino al passo, la strada scende verso la pianura in un crescendo di coltivazioni che mi lasciano interdetto, o meglio sorpreso .

 

Zone scoscese prima boschive sono state dissodate e hanno messo ulivi o vigneti. Fin dove lo sguardo arriva è tutto coltivato, ed allora mi viene spontaneo pensare che la Grecia,dopo aver venduto i gioielli di famiglia per pagare i debiti all’Europa, si stia riprendendo alla grande con l’economia spinta dai privati.

 

Hanno tenuto i prezzi bassi, il turismo cresce, come pure i consumi, l’economia si riprende..... proprio come stiamo facendo noi..

 

E ne abbiamo la riprova andando all’ultima tappa, Balos beach, una scelta felice , immersa in mezzo ai vigneti, alle coltivazioni in serra, proprio spalle al mare, ultimo avamposto prima di percorrere i 9 km di strada sterrata che portano al parcheggio , in quota, dal quale a piedi poi si scende alla laguna di Balos.

 

La nostra è  una struttura di ottimo livello, anche qui gentilissimi ( sto notando un altissimo senso di ospitalità da parte di tutte le persone) e qui ci lasciamo finalmente andare , ci rilassiamo.

 

Arrivando mi ero fatto un film: equiparavo la laguna di Balos a Elafonisi, ambedue molto promozionati dalle agenzie di viaggi e ambitissime dai villeggianti, con la differenza che qui i turisti che si riversano in spiaggia arrivano via terra e via mare con i traghetti che partono dal vicino porto di kissamos kastelli, e così abbiamo deciso di andare a vedere questo fenomeno della natura nel pomeriggio, confidando che la presumibile ressa si sarebbe già sciolta

 

Non so se riesco a trasmettevi le sensazioni di stupore e di dispetto nel trovare , dopo 9 km di strada sterrata e polverosa e sassosissima , con l’arrivo in salita , macchine parcheggiate lungo il ciglio , un parcheggio pieno di folla.... .

 

Avete presente l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia in salita?.... beh, peggio...mi ripeto: strada non asfaltata, macchine parcheggiate a destra e a sinistra, un polverone che entrava sotto i vestiti, gente che saliva e che scendeva sia verso le macchine prima, e poi scollinando lungo un sentiero di 3 km in discesa verso il Mare ..... e come se non bastasse a metà percorso i taxi a dorso di mulo. Poco prima non capivo la presenza di mugoli di mosche che ci assalivano, ma poi me lo sono spiegato...il sentiero era tracciato dalle loro cacche.

 

Per fortuna lo scenario che si presenta sotto gli occhi, quando finalmente si scollina, giustifica tutto. Dopo una curva si spalanca sotto gli occhi , 300m più sotto, un anfiteatro creato da una laguna riciclata direttamente dal mare, con una lingua di terra e sabbia  tutto attorno, circondato su tre lati dalle montagne, ed il riflesso del sole che da infinite sfumature alle onde increspate... uno scenario apprezzabile, naturale, anche perché fortunatamente alle 17.30 si vedevano poche ......formiche sulla spiaggia, dove comunque non mancava il solito lotto di ombrellini e lettini...

 

Ci fermiamo in alto sulla piazzola dei mulo-taxi, il tempo di fare un po’ di foto, anche alla gente che risale dalla mulattiera , rossa paonazza, sudata, che si lamenta per il caldo,  invocando chi un gelato chi una birra....per non parlare di quelli che hanno lasciato la mattina la macchina lontano dal parcheggio..... sotto il Sole.....e che incontreremo lungo il ritorno, a piedi, pieni di polvere....pronti da friggere......mah,  ma chi glielo fa fare?

 

Penso ai poteri dei media, della pubblicità, dei ministri della propaganda....ma come ci si fa ad influenzare la gente creando aspettative al di sopra di reali parametri di bellezza, o di reali miglioramenti da poter conseguire? Vendere la felicità???

 

Magari non dovrei parlare,  io che ho visto mezzo mondo, ma venire a Creta, farsi un viaggio e una sfaticata per vedere due lagune....?????

 

Noi almeno andiamo a vedere anche dentro ai paesi, dentro alle strade, alla ricerca di quello che non si vede correndo in macchina, ma soprattutto cerchiamo il piacere di STARE..... e così, la sera ci siamo tuffati prima dentro il paese di Kissamos, e proprio sul mare ci siamo gustati un ottimo piatto di gavros fritti con olive ed una birra, e dopo per caso ci siamo imbattuti in un altro piccolissimo borgo, Kalyviani, dove , pur circondati da italiani....brava gente...., abbiamo gustato il polipo ai ferri accompagnato dal bianco di Creta......e stasera replica, mussaka e agnello, loro specialità, perché domani, di nuovo a casa, tutto questo sarà un bel ricordo, ma almeno potremo dire....c’ero anch’io....

 

 

 

E alla fine, viene spontaneo fare alcuni confronti e dare dei punteggi...

 

Questo trip ho visto una bellissima isola, Gavdos, ho visitato tre località di Creta che mi mancavano e non avrei mai raggiunto in barca, ne lo farò, volevo percepire la qualità della vita in un’isola ancora poco modificata dal consumismo, di fatto valutare questi parametri

 

 

 

  • Tutela della natura e azioni intraprese per difenderla
  • Aspettative e riscontri che si provano prima, durante e dopo esserci stati
  • Affluenza turistica e modalità / facilità di raggiungere le destinazioni
  • Accesso alle spiagge e loro stato
  • Impatto turismo/ ambiente
  • Prezzi
  • Disponibilità delle persone del posto
  • Qualità del cibo, rapporto prezzo/prestazioni

 

 

 

Beh, io vi ho raccontato le mie impressioni, date voi i voti..

 

 

 

Cari amici, forse lo avevate capito e mi avete sopportato, ma non c’era il soundofsilence da portare in giro, non avevo molto da fare, ne rotte da tracciare per aggiungere mete di mare in mare, ne ospiti da seguire, per cui ho preferito trasferirvi i miei pensieri, immaginando di raccontarveli, stando in pozzetto, magari la sera, con una bottiglia di ouzo o raki....

 

 

 

Ciaociao